Durante una chiacchierata in compagnia, con amiche di amiche, ho avuto una conferma: secondo alcune persone (forse non così poche) l’osteopata è “quello che ti scrocchia”… convinzione da cui deriva un certo margine di paura che mantiene a distanza i più timorosi.
Quante persone sanno cos’è l’Osteopatia?
Riconosciuta ufficialmente in Italia come professione sanitaria (legge 3/2018), è basata su un approccio integrato e complementare alla medicina tradizionale. Anche a livello internazionale la World Osteopathic Health Organization (WOHO) definisce l’Osteopatia “un sistema affermato e riconosciuto di prevenzione sanitaria che si basa sul contatto manuale per la diagnosi e per il trattamento”.
Rispetta la relazione tra il corpo, la mente e lo spirito ponendo l’enfasi sulla integrità strutturale e funzionale del corpo e sulla sua tendenza intrinseca ad auto-curarsi.
Il trattamento osteopatico viene visto come influenza facilitante per incoraggiare questo processo di auto-regolazione.
I dolori accusati dai pazienti risultano da una relazione reciproca tra i componenti muscoloscheletrici e quelli viscerali di una malattia o di uno sforzo”.
Provo a semplificare! L’osteopatia, pur basandosi sulle scienze fondamentali e le conoscenze mediche tradizionali (a partire dall’anatomia e fisiologia), non prevede l’uso di farmaci né il ricorso alla chirurgia; considera il sintomo un campanello di allarme, e mira dunque all’individuazione delle cause alla base della comparsa del sintomo stesso.
Attraverso manipolazioni e manovre specifiche, quelle che noi definiamo tecniche FASCIALI, VISCERALI, CRANIOSACRALI, STRUTTURALI, il trattamento osteopatico si dimostra efficace per la prevenzione, valutazione e trattamento non solo dei disturbi che interessano l’apparato neuromuscolo-scheletrico, ma anche dei disordini della dinamica viscerale e diaframmatica, come anche nel riequilibrio della funzione craniosacrale, così importante per la vitalità dell’organismo.
L’osteopata allora non è “quello che scrocchia”, ma attraverso manipolazioni delicate e rispettose dei ritmi e dei tempi di guarigione dell’organismo, ha il compito di incoraggiare e facilitare quei processi di riequilibrio che sono alla base di un sano funzionamento del nostro corpo.
Quello che spesso i pazienti mi riferiscono è una sensazione di benessere, di leggerezza: vuol dire che stiamo andando nella direzione giusta.